domenica 23 febbraio 2025

Il giorno dell'ape di Paul Murray





Un romanzo lungo (di pagine), largo (per la quantità scenari narrativi, personaggi, ambienti, temi), vario (con lo stile espressivo che cambia in funzione dei personaggi in scena, riuscendo a mantenere un timbro stilistico sempre riconoscibile), teso (con una trama in crescendo che si stringe attorno al lettore come un cappio; all’inizio può sottovalutarne il potere che avrà di trascinarlo e il finale fa l’effetto di uno strangolamento; vorresti almeno altre dieci pagine che ti restituiscano il respiro; e invece impietosamente  e giustamente non ci sono), intenso (per le emozioni che genera e le reazioni che sa suscitare: dalla risata al sorriso amaro, alla paura, alla commozione). 

Un romanzo piantato con un’antenna al centro dei nostri tempi a captarne e trasmettere umori, tic, tragedie, miserie, desideri e soprattutto disperazione. 

Un romanzo con il cuore cupo, pesante, che però sa ingannare con la leggerezza  il lettore e poi sa sorprenderlo, quando ormai ci sta dentro fino al collo e non può più scappare.

Una prova di bravura nell'architettura del racconto con uso sapiente delle anticipazioni, dei flashback, dell'implicito, lasciando al lettore spazi sconfinati per immaginare, completare e soprattutto riflettere. Senza poter far meno di accorgersi che alcune metafore, certe  descrizioni, alcuni passaggi sono proprio delle perle, per l’originalità, oltre che per la precisione e la forza evocativa.

Sicuramente una dei romanzi migliori degli ultimi anni.