giovedì 3 ottobre 2019

SCARAPERLE - 12 - QUEL CHE PUO' COMBINARE LA LETTERATURA


“Quel che può ‘combinare’ la letteratura”, aveva detto [Roberto Saviano] durante un discorso a Stoccolma nella sala del Nobel, “si rivela spesso in situazioni estreme”; poi ha conservato questa convinzione, occupandosi solo di situazioni estreme – ma non è vero: si trovavano in situazioni estreme l’impiegato Kafka, la zitella Jane Austen, il rentier Proust ? Il maggiore obiettivo della letteratura non è la testimonianza ma l’avventura conoscitiva. E non è un problema di ‘purezza’ ma quasi il contrario, di ambiguità: soltanto la letteratura, tra i vari usi della parola, può affermare una cosa e contemporaneamente negarla; perché ambigua è la nostra psiche, ambiguo il nostro corpo – le ambiguità rimosse possono portare a esiti controproducenti, a discussioni sterili. L’ambiguità, lo spessore, la polisemia fanno emergere quel che non si sa ancora; per questo la letteratura non può prestarsi a fare da altoparlante a quel che già si crede giusto. La si umilia, così; per questo dare importanza allo stile non è diserzione – non tutte le battaglie si combattono con fucile ed elmetto.

Walter Siti