domenica 27 ottobre 2019

La linea d'ombra di Joseph Conrad



E' di quei romanzi che appartengono alla categoria degli Inesauribili. La nostra testa ad ogni rilettura scava e riporta alla luce cose nuove con la stessa sorpresa della prima volta. E nella nuova luce li vede reiscriversi nella coscienza con una colorazione diversa, con un senso completamente nuovo.

A vent'anni ne resti solo incantato. A trenta ti illumina, ti raggela  e ti consola insieme. 
Fa un effetto potentissimo anche a riprenderlo decenni dopo, quando per esempio sei mosso dalla paterna apprensione per un figlio o una figlia; quella che nasce magari col primo distacco o col primo incarico di responsabilità. Per ripensare alla linea d'ombra come la si scoprì allora, per comprendere, per cercare un consiglio da trasmettere o semplicemente per sentirsi vicini. Di quella fase lì della vita Conrad è stato il poeta assoluto (penso anche a Lord Jim): delle rivelazioni dell'età che sta tra l'ultima giovinezza e la prima maturità.

E leggendo torni a quel primo sentimento di potenza e di armonia col destino che accompagna il premio sempre sorprendente del "primo comando". Torni a vivere e idealmente partecipare all'esaltazione adrenalica che si genera dalla novità di sentirsi protagonisti della vita. Riesci ad affiancarti alla paura che ti morde davanti all'allargarsi dell'orizzonte ed alla perdita della protezione del conosciuto, quando non hai ancora in circolo quell'anestetico che è l'esperienza, che tutto scolora. Recuperi il contatto emotivo con il dissolversi dell' illusione di poter essere e fare tutto. E sperimenti di nuovo  la potenza distruttiva del "pensiero magico", che con gli enigmi della realtà, nella fabbrica della nostra testa, produce mostri dove forse non ci sono, ammorba l'atmosfera, immagazzina miraggi di gloria e fantasmi di fallimenti che intasano e paralizzano il pensiero. 

La mente del lettore pensa di esorcizzare conto terzi quel primo affiorare del senso di inadeguatezza e di indegnità e di colpa che tenta di imprigionarci di fronte alle prime difficoltà. E spera di saper guardare quelle difficoltà come appaiono in quegli anni: una beffa organizzata dallo stesso destino che ci aveva privilegiati e che, in un orizzonte diventato improvvisamente immobile, imperscrutabile e minaccioso, sembra preparare per noi la Catastrofe Assoluta, dopo averci irretito. Per poter prendere il telefono e tentare di svelarne l'inganno con le parole giuste.

La scoperta che si fa è però terribile e forse meravigliosa insieme. Ci si accorge che dalla linea d'ombra non siamo mai usciti neppure noi; che non se ne esce mai. Che tutti, fino all'ultimo orizzonte, ne abbiamo una davanti. E che dobbiamo ancora, anche noi, navigare nel buio, nonostante tutte le esperienze attraverso cui siamo passati.
Poveri padri: hanno proprio poco da insegnare.

Inesorabile ed inesauribile Conrad, grande e profondo come il mare che racconta.