venerdì 30 agosto 2019

Il gioco di Santa Oca di Laura Pariani



Atmosfera e scenari, per capirci, come in un film di Olmi. O come in Novecento di Bertolucci. La questione sociale riportata alla preistoria contadina, tra miseria e ribellione; tra superstizioni e un cristianesimo para-rivoluzionario usato per tentare di  difendersi dalle due oppressioni secolari della storia d’Italia: quella degli invasori e quella della Chiesa (siamo in piena età dell'Inquisizione). Proiettata sull’oggi, fa ritornare a galla il tema della giustizia, che è nel suo scheletro portante, oggi come allora, prima di tutto giustizia sociale. 


Protagonisti i vecchi poveri, i contadini del nord che solo nei vestiti e nelle abitudini, oltre che nella lingua  e nel colore della pelle, sono diversi da quelli del sud e dai nuovi poveri di oggi.  Allo stesso modo, la questione femminile viene riproposta nella sua embrionale, preistorica sostanza. E nella sua centralità. Un allargamento degli orizzonti storici verso un passato così lontano da rendere impressionante l’evidenza di come, appunto, la sostanza dei problemi non sia poi così tanto cambiata.

Quella che è cambiata piuttosto e non è poca cosa è la vita quotidiana e il progresso delle conoscenze e delle tecniche al servizio della vita quotidiana: dall’igiene, all’alimentazione, alla sanità, all’istruzione. Facile pensare, leggendolo, che nonostante tutti i problemi che abbiamo, viviamo di gran lunga, almeno da questo punto di vista e in questo pezzo di mondo, nella migliore delle epoche, da qualche migliaio di anni a questa parte. 

Letterariamente due cose di pregio: la prima è la lingua impastata nei dialetti padani, tra Lombardia e Piemonte, e poi condita di neologismi e trovate. La leggibilità non ne perde. Anzi, il libro ne acquista in vivacità. E il realismo vien fuori colorato di suggestioni. La seconda è la struttura a mosaico, con un alternarsi degli scenari narrativi attraverso il racconto della storia della banda dei ribelli “pitocchi” e una ricostruzione a posteriori di una sopravvissuta. Il finale è tra i migliori letti negli ultimi tempi.