“Così che, insieme a migliaia di
altre cose, cappelli, animali, ambizioni, valigie, soldi, lettere d’amore,
malattie, bottiglie, armi, ricordi, stivali, occhiali, pellicce, risate,
sguardi, tristezze, famiglie, giocattoli, sottovesti, specchi, odori, lacrime,
guanti, rumori – insieme a quelle migliaia di cose che già sollevavano da terra
e lanciavano a velocità prodigiose, quei treni che rigavano avanti e indietro
il mondo come ferite fumanti si portavano dentro anche la solitudine impagabile
di quel segreto: l’arte di leggere.
Tutti quei libri aperti, infiniti libri
aperti, come finestrelle aperte sul dentro del mondo, seminate su un proiettile
che offriva allo sguardo, solo si avesse avuto il coraggio di alzarlo, lo
sfavillante spettacolo del mondo di fuori. Il dentro del mondo e il mondo di
fuori. Il dentro del mondo e il mondo di fuori. Il dentro del mondo e il mondo
di fuori. Il dentro del mondo e il mondo di fuori. Alla
fine finisce così, che in un modo o nell’altro, ancora una volta, si sceglie il
dentro del mondo, mentre tutt’intorno ti sferraglia la tentazione di farla
finita una buona volta e di rischiare a vederlo, questo mondo di fuori, cosa
sarà mai, possibile che sia davvero così pauroso, possibile che non se ne andrà
mai questa vigliacca paura di morire, di morire, morire, morire, morire,
morire, morire?...........Si legge per non alzare lo
sguardo verso il finestrino, questa è la verità.
.....Un libro aperto è sempre la
certificazione della presenza di un vile”
Alessandro Baricco