L'amore al tempo del bolscevismo. Qualcuno scrisse che le
storie d’amore sono il frutto del perfetto collimare del presente di due esseri
umani; l’effetto di un miracoloso sincronismo dei tempi e delle percezioni, dei
“qui e ora”, di due individui.

Ecco, “Il dottor Zivago” allo scarabookkiante è sembrato un grandissimo romanzo soprattutto perchè è una perfetta epopea romantica della asincronicità.
L'incrociarsi dei destini il più delle volte si verifica
nei momenti o nei modi sbagliati.
Un racconto delle occasioni eluse o deluse. Magari sul più bello. D’altronde la stessa rivoluzione russa (una rivoluzione socialista in un paese feudale, che non aveva mai conosciuto uno sviluppo capitalistico e nel mezzo della guerra mondiale) fu disastrosamente asincronica. E rappresenta una delle speranze più tragicamente (d)eluse della storia.
Un racconto delle occasioni eluse o deluse. Magari sul più bello. D’altronde la stessa rivoluzione russa (una rivoluzione socialista in un paese feudale, che non aveva mai conosciuto uno sviluppo capitalistico e nel mezzo della guerra mondiale) fu disastrosamente asincronica. E rappresenta una delle speranze più tragicamente (d)eluse della storia.
Nel romanzo, a far disarmonia, a frapporsi rispetto alle attrazioni, alle affinità, ai sentimenti non è solo la grande Storia. Le vicende private, scavate dai tarli del passato e del futuro che ciascun personaggio si porta dentro, portano esse stesse le sostanze tossiche che rovinano le alchimie del presente. E a ben vedere, amore e rivoluzione sono avvelenati da tossine che risalgono a virus mentali e culturali dello stesso ceppo. Li, nel parallelismo tra la storia di una terribile rivoluzione e la storia di un grande amore, abbiamo trovato uno dei grandi pregi di questo libro. Forse quello che ne fa un'opera universale.

A vincere alla fine è sempre la tentazione sempre presente e
irresistibile della fuga liberatoria da "un mondo troppo brutto",
inevitabile in uomini e donne feriti a morte: fugge Tonia, fugge Antipov, fugge
Lara nelle braccia del “cattivo”, fuggono persino i figli dalla memoria del
padre.
Della bellezza che il dottor Zivago ha distillato dalla sua
vita e dai sentimenti che ha provato resta solo quel che ne ha scritto, restano
in calce al suo romanzo solo le sue poesie. E sono bellissime.