Per quanto tardivo e anche per questo, forse, definitivo, è un western puro. Senza la profondità metafisica e shakespeariana di Cormac McCarthy; senza la leggerezza manichea dei vecchi western cinematografici; e senza il revisionismo pentitista dei nuovi antiwestern, da Balla con i lupi in qua. Quello che ne fa davvero un gran romanzo è che vale un buon libro di storia quanto a narrazione di quel fenomeno epico della conquista del west che fu fondativo degli Stati Uniti. E capire meglio in questo momento gli Stati Uniti, da dove vengono e come, è una cosa importante.
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La mappa del viaggio di Gus e Woodrow |
C’è una natura nemica e ci sono gli indiani, vissuti tutti e due allo stesso modo: senza manicheismi e col terrore suscitato da qualcosa di ignoto e incontrollabile. Facendo la somma dentro queste pagine c’è appunto la radice principale dell’America; una radice fatta di esplorazione, individualismo armato, creatività, predazione, generosità, competizione. La sua storia da lì comincia e quell’impronta porta dentro, probabilmente indelebile.
E’ un grande romanzo popolare di gran qualità. C’è nella scrittura una vena ironica sottile come un capillare e un lirismo sobrio, asciugato. E’ essenziale senza mai essere sciatto: niente cadute in aggettivazioni retoriche o scontate o nella approssimazione delle descrizioni o nella confusione dei verbi. Il ritmo di narrazione è sostenuto, con una successione degli scenari narrativi che tiene lontana la noia e tesa l’attenzione. I personaggi minori che appaiono e spariscono nel giro di poche decine di pagine spesso sono talmente ben costruiti che a distanza di pagine ti giri ancora indietro a pensarci. E poi è una lettura dietetica: niente eccessi di metafore e di simbolismi da smaltire, di impliciti complicati da digerire, di rimandi colti da andare a rimasticare. E’, nonostante la ricchezza di storie da epopea epica, snello nella ossatura: giusto qualche flashback del genere più tradizionale, con accessi facili e uscite rapide.
Una prateria di quasi mille pagine in cui si corre che è un piacere. Le scarabookkiante si è divertito e appassionato. A tratti persino emozionato. La conclusione è impeccabile. Nonostante la mole lo si vede consumarsi e finire col dispiacere che ti lasciano i libri sinceramente amici a cui si è voluto bene.