La notizia è di questi giorni. Licenziano i consulenti finanziari. La nuova frontiera del lavoro nel mondo dei soldi, bancario e non, diventa un miraggio. Un software li sostituirà. Per giovani disperati, bancari in cerca di ricollocazione, esperti rampanti e piccoli promotori di provincia sta per arrivare la fine. Ma non è il lamento per l’ennesima professione cancellata dalla rivoluzione informatica a far sobbalzare lo scarabookkiante. C’è qualcosa di molto più inquietante nascosto in questa notizia: è l’annunzio della nascita di un nuovo Dio o per chi a Dio non crede, di un Mostro. Vero. Immenso. Potentissimo, completamente fuori controllo. E non è fantascienza.
Parliamo di un programma informatico; immaginate un gigantesco robot che però della forma umana non sa che farsene e che è in grado di apprendere e di auto-evolversi. Un programma dentro il quale si inseriscono i dati del capitale che si vuol
investire e le preferenze di chi lo possiede. È in grado
di analizzare le informazioni che raccoglie in rete, istante per istante, sul
mercato finanziario globale. Non ne ignora e non ne dimentica nessuna: andamenti
di borsa a livello planetario, quotazioni dei titoli obbligazionari e azionari,
dei fondi, dei derivati, situazioni contabili, prospettive e rumors su tutte le
società e le istituzioni, i dati-paese e quant'altro possa incidere sulla
capacità di moltiplicarsi dei soldi. Elabora i dati e li mette in relazione tra
loro. Quindi, sforna la migliore soluzione di collocamento possibile del
capitale, con la logica del massimo rendimento sulla base delle preferenze che gli sono sta date
(livello di rischio, tempo di investimento, eccetera). Non può sbagliare. Sono
algoritmi. Pura matematica applicata. Il
tutto ovviamente, in una manciata di secondi. Banche e società finanziarie lo
stanno acquistando e stanno smantellando le reti di consulenza. Quel che resterà saranno mere reti di vendita e assistenza. Commessi travestiti da manager.
La
finanza è già da un decennio un mondo a sé, un pianeta autonomo. Rispetto al
pianeta dell’economia reale, che è il pianeta dove vivono gli uomini e in cui
si producono merci e servizi, è un’altra cosa, separata e distante, per tanti
aspetti concorrente. Una volta, investire il capitale per produrre “cose” era il
modo principale, anzi, in fondo, l’unico, per consentire al denaro di
riprodursi, al capitale di far profitto Non è più così. Ora il suo frutto, il
capitale se lo produce soprattutto da solo, semplicemente muovendosi in quel
pianeta tutto suo.
In
teoria, chi ha la responsabilità di gestire soldi, per esempio quelli di una
banca, può ancora scegliere se usarli nell'economia cosiddetta reale, sulla terra, per finanziare
la produzione di qualcosa; oppure spostarli lì.
In pratica, ormai la valutazione di rischi e rendimenti che, a torto o a
ragione, questi uomini ogni mattina fa, sta funzionando a pieno regime come
una specie di cappa aspirante. La maggior massa di denaro da anni ormai preferisce lasciar
perdere le fabbriche, le società di servizio,
i cantieri e lasciarsi risucchiare verso quell'altrove. Per una logica talmente
evidente, ineccepita e universalmente accettata, da sembrare scontata: quella del massimo profitto.
I soldi scelgono quasi per inerzia, quasi da soli, di essere lasciati liberi, piuttosto che servire per pagare macchine e lavoro umano. Liberi di
muoversi da una azione ad un’obbligazione, da un derivato ad un fondo comune di
investimento, da una moneta all'altra. Senza vincoli geografici, perché il capitale
ha smantellato tutti i confini di stato. Senza vincoli temporali, visto che
tutto è connesso e tutto funziona in tempo reale. Senza il vincolo della
materia, perché sono ormai entità astratte, virtuali, incommensurabili. Nessuno sa più quanta massa monetaria c'è in circolazione. E' quasi
un puro spirito. Intanto, dove vivono gli uomini manca il lavoro, mancano i soldi per i servizi pubblici, si allarga la macchia della povertà.
I Capitali sono lassù. E puntano al loro sogno antico di moltiplicarsi all'infinito,
liberamente, con la certezza o l’illusione di ridurre al minimo i rischi e con la
certezza comunque di non doversi perdere in intraprese fatte di mura, braccia,
oggetti, attriti fisici e sociali, vincoli politici, mattane degli elettorati democratici. E’ questa evoluzione il
motivo principale di quel che chiamiamo crisi, ma che crisi non è. Perché non ha nulla
di transitorio e nulla di patologico. E’ semplicemente il nuovo capitalismo finanziario. Ed è
anche la vera causa di quel che chiamiamo diseguaglianza: diminuiscono i soldi in mano dei tanti che sul
pianeta della finanza hanno poco o nulla, i poveri; e invece aumenta la ricchezza dei pochi che hanno
trasferito nel vero Nuovo Mondo la gran parte del loro patrimonio. Funziona così e basta, già da tempo; e nessuno sembra poterci far niente.
Solo che fino ad oggi, chi non aveva accesso diretto su quel pianeta, aveva bisogno,
per far entrare i propri risparmi nel ciclo finanziario, di un consulente; di
qualcuno cioè che gli consentisse di decidere cosa e quando e quanto
comprare e cosa quando e quanto vendere. Volendo guardare la cosa dalla parte
del Capitale, supponendolo dotato di intelligenza e volontà propria (perché
così è, a pensarci bene, se ci si pone con la visuale della cultura dominante),
possiamo dire che prima non poteva muoversi senza una decisione umana, senza un
cervello informato e ben funzionante che gli dicesse dove andare e cosa fare. Adesso
invece può. Sembra un dettaglio, ma non lo è.
Il
Capitale diventa un Mostro dotato di
autonomia completa, come un essere biologico. Basta farlo nascere: basta inserire la sua cifra in una macchina, collegata in rete con tutte le altre
macchine informatiche. Quando questi software saranno raggiungibili dalle
nostre app di home-bank, chiunque di noi sarà potenzialmente in grado di farlo. Potrà non solo spedir soldi sul Pianeta Finanza (cosa già possibile), ma avere anche certezza che quelli sapranno da soli, grazie al nuovo software, qual è la cosa migliore da fare, una volta
arrivati. Il Capitale grazie all'intelligenza artificiale e alla rete
informatica si autogestirà, si governerà da solo, per automatismi dettati dal Principio della Creazione del Valore. Una enorme fetta delle risorse
che fanno la ricchezza o la povertà del genere umano in questo modo sarà fuori dal controllo degli uomini. E' un salto di qualità immenso.
Ma non nasce dal niente, com'è ovvio. Sarà solo l'ultimo diaframma che salta; è l’ultima, per ora, evoluzione di un lungo processo di liberazione da tutti i vincoli, come s'è già detto.
E' il salto finale di qualità del Capitale, che lo rende completamente autonomo dall'uomo. Diventerà un'entità virtuale che domina un gigantesco videogame planetario. I suoi
contatti con il nostro pianeta si limiteranno, in basso, alle dita di chi
inserisce i dati: noi stessi, appunto, oppure operatori di livello basso, mal
remunerati, che nulla sanno di quel che davvero accade dietro lo schermo.
D'altronde, in larga parte è già così. I promotori, gli impiegati di banca, i gestori dei
patrimoni finanziari non sanno esattamente cosa vendono; spesso ignorano o hanno solo il vago sospetto, che si
tratti di immondizia, a volte tossica. Sanno quel che tutti possiamo leggere
sulle schede-prodotto e, al limite, sui prospetti informativi. Poi c’è il
segmento alto, ristrettissimo di chi per grandezza di patrimonio o competenza tecnica sarà in grado di dialogare davvero con “il
sistema”. Si illudono di gestire, ma non è vero. E comunque anche i loro spazi sono destinati a restringersi sempre di più. Alle élite resteranno i privilegi; non il potere. Non tutto almeno. Non possono mettere in discussione il Principio, che è ormai una sorta di legge di natura. D'altronde, la
logica del Mostro, i suoi algoritmi sono “scientifici”, impersonali, inumani. Si sono affrancati dagli uomini che li alimentano e degli umani ammetteranno sempre meno intuizioni, preferenze, convenienze, idiosincrasie, imperfezioni, devianze,
ingerenze, eccezioni.
Il
che non significa che il Mostro non abbia una sua etica. Al contrario, ha
dentro e alle sue radici una vera religione, l'unica vera fede dominante sul
nostro pianeta. Ed è la fede nel potere salvifico della libera circolazione dei capitali, del libero mercato: il Liberismo.
E dunque, se ha vinto l’idea che il Capitale
sceglie sempre, in condizioni perfette, di mercato perfettamente trasparente,
la sua migliore allocazione, quella in grado di dargli il miglior rendimento, allora, se sa da solo cosa fare di se, è giusto che sia totalmente libero di autodeterminarsi. Non c’è alcun bisogno e non è
neppure giusto, nella sua logica mistica, che gli uomini ci mettano le mani.
Se credi nella sua religione, nel Liberismo, il Capitale Finanziario puoi
anche vederlo come God, come Dio e il suo pianeta come il suo eterno, infinito, mistico Paradiso. E’ lui che ha ed avrà sempre più in mano le nostre risorse, i mezzi della sussistenza del genere umano, il nostro
destino.
Per lo scarabookkiante, questo, adesso che se ne vedono bene le
sembianze, semplicemente è il Mostro. E anche il motto iscritto da più di due secoli su ogni dollaro assume da oggi un altro significato: più esatto, quasi letterale. Mostruoso, appunto.