venerdì 31 dicembre 2021

Notizie degli scavi di Franco Lucentini


Per chi ama o vuole amare meglio e di più i libri della ditta F&L questo è un libricino prezioso due volte. Perché c’é dentro un raccontino-capolavoro e perché c’è un mini trattato sul retroterra culturale, da molti ignorato, dei libri che Lucentini ha scritto insieme con Fruttero. 

Una novella che ha per protagonista un uomo buono e indifeso, sbeffeggiato come “il professore” perché ai limiti della seminfermità mentale, che si esprime in una lingua rudimentale e che vive in un ambiente in cui la sopravvivenza va conquistata ogni giorno. Lucentini fa della poca luce mentale di quest’uomo una lente per sbirciare nella profondità dell’esistere umano dentro la realtà e trovare grazie ad essa un lampo di consapevolezza che vale per tutti.

La postfazione di Scarpa invece illumina un aspetto che anche molti di quelli che amano i romanzi di F&L rischiano di non percepire. Perché quei libri sono scatole cinesi, o matriosche, se si preferisce. O semplicemente non sono solo e nemmeno sopratutto dei gialli. Come questo racconto  non è letteratura neorealista. Sotto il primo contenitore, dietro la colorazione di genere, schermata dal divertimento con cui sono scritti e si leggono, c’è una visione del mondo, una filosofia della vita. O, per essere esatti (e bisogna esserlo visto che Lucentini filosofo era, per titolo di studio e interessi), una filosofia dell’essere. C’é una precisa concezione del destino, del tempo e del divenire; c’è una socratica consapevolezza della non conoscibilità della sostanza e del senso ultimo delle cose; c’è la percezione di qualcosa di insondabile che lega tutti i fenomeni e tutto ciò che esiste; c’è la consapevolezza dei limiti della condizione umana e della limitatezza degli strumenti cha abbiamo per decifrare la realtà. A partire dall’intelligenza, che più di tutti gli altri strumenti tendiamo a sopravvalutare e che di certo non attribuiamo al  “professore”. 

D’altronde, questa capacità di nascondere, questo essere arte anche ludica dell’infingimento e della traslazione che vale per il retroterra culturale da cui si muove lo scrittore come per i suoi tarli psicologici, per il dolore che si porta dentro è una delle cose che rendono la letteratura qualcosa di universale e di bello e di utile a tutti.