lunedì 19 settembre 2022

Trust di Hernan Diaz

 



Romanzo in quatto parti, quattro voci, quattro versioni e quattro moduli narrativi completamente diversi, attorno alla stessa vicenda. Originale, sperimentale, se si vuole, ma non per puro esercizio formale. La struttura è funzionale alla storia e diventa sostanza a sua volta. Romanzo vero, dunque. 

Si, un libro sui soldi, ma i soldi in fondo sono un pretesto per disegnare due figure, un legame ed un’epoca. E a tratti lo fa con una capacità espressiva formidabile. Per dare un’idea, ecco come descrive il primo incontro tra i due:

“Un’ombra esitò, proprio accanto a lei, sulla soglia che conduceva a un salottino. Helen notò che il suo profilo nero sul pavimento esprimeva la stessa esitazione – il rammarico di essere stata sorpresa, la mancanza del coraggio di andarsene, la riluttanza a farsi avanti. Le sagome senza volto sembravano contemplarsi, come se desiderassero risolvere la situazione tra di loro, senza dover disturbare i rispettivi proprietari. Helen non fu sorpresa quando a emergere dal salottino fu Benjamin Rask.”

L’ultima parte, il diario, è splendida. Per il contenuto, per il modo in cui scioglie e disvela, ma soprattutto per il tono narrativo, per l’efficacia e per l’emozione che trasmette.