lunedì 19 settembre 2022

La casa di marzapane di Jennifer Egan




“Il tempo é un bastardo” é stato un romanzo importante, innovativo nell’architettura e nello stile. 

Dopo un romanzo così, era impossibile credo non avere la curiosità di leggere questo. E la notizia (non scontata) è che regge il confronto, non delude. Tutt’altro. Ancora e altrettanto innovativo (forse più, per certi aspetti). Altrettanto elegante e raffinato nella prosa. Per esempio il capitolo titolato (Lulù la spia - 2032), per quanto stilisticamente sconcertante, è un capolavoro di fantasia e abilità tecnica. Ma con i paragoni mi fermerei qui; li lascerei al gusto e alla sensibilità del lettore. 


Dico solo che, per quanto mi riguarda il contenuto, il filo rosso del soggetto di questo ultimo romanzo è collegato con filoni di riflessione per me più interessanti: il tempo (che era centrale già nel primo, come del resto in una larga parte della letteratura migliore da un secolo a questa parte), il fenomeno dei social e la rete come “coscienza collettiva” (con tutti i rischi e le opportunità che apre), l’interazione tra intelligenza artificiale e la mente umana, il ruolo e il peso dei fenomeni quantitativi e il libero arbitrio nel determinare le decisioni umane (c’è un altro capitolo bellissimo su questo). Tanto per dire, il legame tra l’autenticità e il rimanere incogniti, la elusione dell’identità e l’appagamento che ne deriva è uno spunto che mi è sembrato straordinariamente originale e interessante. E nello sviluppo che fa di questa idea si può vedere la prefigurazione di una sorta di cura omeopatica del narcisismo attraverso un uso controcorrente del filtro dell’identità digitale. Ma da qui si andrebbe troppo lontani per lo spazio di un commento. In ogni caso di buona, forse ottima, letteratura si tratta.