domenica 1 maggio 2022

Stalingrado di Vasilij Grossman

 


    Chi ha letto Vita e destino non credo  perderà  l’occasione di leggere questo romanzo, che ne é la prima parte. Il consiglio è poi rileggerlo, Vita e destino; perché la storia acquista una prospettiva più compiuta e un’altra profondità. E soprattutto i personaggi principali acquistano un altro spessore. Insieme fanno uno dei grandi capolavori della letteratura del Novecento. Su temi e senso dell’opera intera di Grossman scrissi tutto nel commento a Vita e destino.   

https://scarabooks.blogspot.com/2022/05/vita-e-destino-di-vasilij-grossman.html

    Qui riporto qualche impressione di lettura aggiuntiva.

    I personaggi dei libri di Grossman sono una folla sterminata. La grande capacità che questo scrittore ha è quella di riuscire a creare un legame tra il lettore e ciascuno di essi. Più o meno forte, più o meno intenso, ma non ce n’è uno che non ispiri un sentimento, con cui non si stabilisca un legame emozionale. È questo legame che poi genera le emozioni forti, quando un personaggio viene travolto da un lutto, da un amore o dalla morte. Nasce dalla nitidezza  del tratteggio psicologico, ma anche dalla struttura del racconto, che ce li presenta prima nella loro normalità, nella loro piccola storia. E poi ce ce fa vedere esposti alla furia tragica della grande storia. Suggerisce qualcosa che si potrebbe tradurre banalizzando in un “potevo essere io”, ma dietro c’è una idea precisa di umanità e una tecnica narrativa per renderla concreta, in carne ed ossa. È in questo senso che la rilettura giova ed è un piacere.


    A un certo punto Grossman scrive: “In quelle ore tutto, intorno, era solenne e minaccioso.” Ecco, solenne ci sta bene a definire il tono della prosa di Grossman. C’è solennità nel racconto della minaccia tedesca, della resistenza russa, del lavoro delle retrovie che c’è dietro, delle piccole vite, delle grandi tragedie, delle figure della grande Storia di quel periodo (Hitler in particolare). E c’è solennità nelle descrizioni sia delle battaglie che dei paesaggi, che sono mischiate insieme. Più Cechov che Tolstoj, come ha giustamente notato Piersanti. Il carattere lirico, che è importante nel tono complessivo del racconto nasce anche da questa solennità. E anche la solennità viene da quel sentimento religioso di commozione e di comunione che ispira la sua visione delle cose. La mezza paginetta in cui Tolija nel suo primo giorno di battaglia viene scolpito attraverso il tratteggio efficacissimo del  breve percorso di vita, dal giorno prima alla infanzia non lontana,  che lo ha portato lì in mezzo alle bombe è esemplare in questo senso. Ce lo ricorda come uno che conosciamo bene, una presenza cara, con cui abbiamo condiviso cose. Ed è questo il nucleo della potenza narrativa di Grossman: nel creare condivisione, comunione, tra i personaggi  e tra i personaggi e il lettore.


    Il Capitolo 32 della Parte Seconda sono le pagine più belle del libro. Sei, indimenticabili. Chi non ha letto niente di Grossman può andare in libreria, aprire lí e si rende conto subito di che si sta parlando. Una cosa di potenza sbalorditiva. Sembra Guernica di Picasso messa in righe. Sbalordiscono in particolare i dettagli. L’orrore nasce da una fotografia fatta con  le parole. Colpiscono, lancinanti, le descrizioni di animali e bambini. La città vista come unico corpo vivo che, sotto le bombe, sprizza sangue, fumo nero, acqua, polvere, lampi di fuoco, lacrime, frantumi di vetri, ferro, scintille, cenere, sguardi dell’ultimo istante. Un crescendo musicale fatto di lamenti,, scoppi, urla. E il silenzio della normalità che diviene improvvisamente terribile, con cui tutto inizia, il pomeriggio di domenica 23 agosto 1942.

    Non c’è ancora, in Stalingrado, o almeno non c’è palese la presa d’atto del fallimento della rivoluzione, la coscienza della degenerazione del sovietismo in totalitarismo burocratico. Non c’è il parallelismo coraggioso e lucido tra i totalitarismi. Resta tutto in embrione, sulla sfondo della cronaca di guerra, delle biografie e delle cronache famigliari. In questo senso Stalingrado è interessante perché mostra il processo di presa di coscienza: il suo punto di partenza, la struttura di valori di Grossman e la forza della sua adesione iniziale al bolscevismo. Anche il bisogno di riscatto, di giustizia, di libertà che quel movimento intercettò, per certi aspetti catalizzò e poi tradì.

    Si avverte già vacillante, ma c’era ancora in Grossman l'adesione al bolscevismo. Sta comunque sotto una convinzione più forte: quella nella comunione tra gli umani. E degli umani con il resto del mondo, con la natura, con l’essere delle cose e dei viventi. Da lì nasce la commozione, la forza emozionale che fa muovere insieme il popolo dei suoi romanzi: dal sentirsi uniti da qualcosa. Poi che questo qualcosa esca fuori nelle imprese comuni (il lavoro, soprattutto, la difesa della patria, della rivoluzione, dell’idea socialista, della libertà, della famiglia, della vita dell’altro) è importante, ma è una conseguenza. Stalingrado, come Vita e Destino, è percorso dallo stesso filo rosso della fiducia nella bontà di fondo dell'essere umano; qualcosa di comune e di innato nell’uomo, che sopravvive alla ferocia della guerra, delle dittature, dei cinismo e degli opportunismi, a tutti i calcoli di convenienza. E che riemerge nelle circostanze più sfavorevoli, quando più il suo apparire sembra irragionevole, inspiegabile, forse anche folle.

    

    Altra cosa che colpisce in questo romanzo come in Vita e Destino sono la struttura e in molte pagine la tonalità epica del racconto. Ed è una componente potente del fascino delle opere di Grossman, perché produce in chi legge una sensazione pacificante anche mente i fatti raccontati sono terribili, emotivamente duri ai limiti del sopportabile. L’affabulazione epica sembra avere il potere di sollevare il lettore ad una altezza e ad una distanza che gli consentono non solo di reggere l’impatto, ma di ricavarne una forza che pacifica. Una cosa questa che fa il paio, nell’effetto che produce a quell’emergere della bontà umana come valore insopprimibile di cui si diceva sopra.


Chi volesse una mappa per orientarsi tra personaggi e scenari di guerra può andare sul link sotto. E' fatta veramente molto, molto bene.

https://www.italianacontemporanea.org/wp-content/uploads/2021/08/0Polittico.pdf