martedì 22 marzo 2022

Tomas Nevinson di Javier Marias


Un marchingegno narrativo alla Marias, sulle soglie e forse al di là della credibilità. Ha la capacità di farcelo funzionare davanti agli occhi come fosse una storia vera. Con quella attitudine di ragioniere dei sentimenti e dei rovelli mentali, che smonta e ricostruisce come in contabilità si fa con  la partita doppia. 

Tre figure di donna che sembrano scolpite, tanto sono nette, definite. Epperò nello stesso tempo tre figure  misteriose, forse portatrici di un segreto o forse no, ma comunque oggetti sfuggenti tutte e tre della eterna e vana ricerca maschile di capire, di svelare, di scovare il senso della loro personalità e della loro storia.

Temi da grande  romanzo del nostro tempo, come sempre in Marias. Le grandi ubriacature della grande Storia (religione e terrorismo, contro cui lancia anatemi, quelli si senza margini dubbi); il balletto delle identità inventate; l’indecifrabilità del confine mobile tra bene e male, tra giusto e sbagliato sul quale diventa impossibile collocare le scelte; e poi  il fondale scenico della partita antica e complicata che si gioca tra uomini e donne. Una partita fatta di assenze e segreti, di rapporti di forza e debolezze, di rituali e tradimenti, di ipotesi tutte plausibili e forse tutte sbagliate.

Poi a raccontare questo gioco complicato, ci sono le acrobazie narrative di Marias. Prima fra tutte l’alternanza della voce narrante tra la  prima e la terza persona più volte nello stesso capitolo o nella stessa pagina o addirittura nello stesso rigo, con la stessa naturalezza con cui il trapezista lascia e riprende a volo i suoi attrezzi. In certi passaggi viene voglia di applaudire.

Altra cosa che affascina è il modo in cui arreda la scena della rappresentazione. Le città, il fiume, l’esterno dei bar, le case, ma anche i personaggi di contorno: quelli giganteschi dello sfondo (Berta, Trumpa, la sua diretta superiore e amante Patricia) e le piccole comparse che affiancano i personaggi principali, tutti dipinti con caratterizzazioni precise, con dettagli a tinte pastose. Gran narratore.