Saggio molto interessante e stimolante su ruolo, struttura, funzioni e obiettivi del web nella storia, nell’economia e nella visione filosofica dell’essere umano, compendiando economia, antropologia, ontologia ed epistemologia. Con proposta politica pragmatica e riformista.
Se non si è convinti delle teorie sul ”capitalismo della sorveglianza” (per cui tutto quel che gratis ci viene dalla rete è finalizzato a renderci schiavi spiati per fini oscuri di controllo orwelliano) qui c’è una teoria alternativa semplice e convincente riassumibile nell’antico adagio clintoniano “it’s economy, stupid!”. Riassumo in un titolo solo per incuriosire: la produzione di documenti come sistema di produzione di valore.
Libro anti-complottista, anti-vittimistico, anti-conformista, anti-catastrofista e culturalmente, prima ancora che politicamente, riformista e propositivo. Utilissimo per chi vuol capire perché e come il web sia diventato il principale sistema di produzione del capitalismo contemporaneo. E di come sia il prodotto conseguente della storia biologica e sociale dell’uomo, cioè di una delle specie animali che nascono nella condizione di maggiore dipendenza (non è vero per niente che nasciamo liberi) debolezza e fragilità.
Contrariamente a quello che
si potrebbe pensare, lettura tutt’altro che mattonesca. Linguaggio spigliato,
gusto della battuta di spirito, capacità di suggestionare il lettore. Ad
alimentare il tutto, radici colte antiche e solide. Molte cose si possono non
condividere (la parte sulla teleologia per esempio non mi ha convinto per
niente), ma l’impianto sistemico e la proposta (non originale, ma meglio strutturata
e argomentata che in altri libri sul tema) sono intelligenti e aprono la mente
su una componente della vita umana che è diventata centrale e sarà sempre più
importante per tutti, che lo si accetti o no.