Aveva letto lo skarabookkiante e gliel'avevano detto che la McCullers, una delle grandi scrittrici del
sud degli Stati Uniti nella prima metà del secolo scorso, era brava (“fragile e
delicata, incostante, nella vita come nella scrittura, ma bravissima” mi
raccontava un amico), ma non immaginava lo fosse così tanto. “La ballata del caffè triste”,
racconto lungo o romanzo breve che si voglia chiamare, è veramente il gioiello
che dicono. Anche negli altri racconti compresi nella raccolta si vede la
qualità, ma lì ha trovate veramente geniali.
Intanto,
l’uso di un ritmo sincopato della narrazione tra accelerazioni e pause colorate
e dolcissime; poi la tecnica dell’anticipazione, usata con grande senso della
misura e del tempo, il dialogo diretto col lettore e il filo ben teso del
collegamento tra i fatti che racconta e la riflessione che ne trae o che vuole
stimolare. Il tutto è funzionale a rendere il miraggio dell’utopia e dell’amore
(l'amore è un miraggio che appare e scompare anche negli altri racconti) che si
forma, si colora e poi ingrigisce, si sgonfia e si secca, lasciando solo
polvere. Altra cosa di pregio assoluto di questo racconto è la
caratterizzazione forte dei tre personaggi principali. Hanno tutti a loro modo
qualcosa di misterioso, per qualche aspetto inesplorabile del loro carattere e
della loro storia: la donna alta, strabica e muscolosa, piena di volontà e di
forza che si fa incomprensibilmente irretire ed annientare; il gobbo piangente
e infido, inquietante nella sua inspiegata capacità di sedurre e tradire; il
bambino terrorizzato che diventa il cattivo innamorato in cui l’amore vira in
rancore e in lucido disegno di vendetta.
Carson McCullers |
L’atmosfera
mutevole, sincopata appunto, del racconto nasconde in realtà una tonalità
omogenea di fondo, nascosta, di malinconia e di sconfitta ineluttabile che
incombe. E' una grande cantrice della sconfitta e degli sconfitti la McCullers.
Lo dice benisssimo Harold Bloom:
“Tutti
i personaggi di Carson McCullers sono accomunati da una medesima ossessione: la
loro esistenza, fino all’ultimo istante, consiste nell’innamorarsi di una
speranza, destinata a svanire.“