venerdì 13 luglio 2018

La ballata del caffè triste di Carson McCullers



Aveva letto lo skarabookkiante e gliel'avevano detto che la McCullers, una delle grandi scrittrici del sud degli Stati Uniti nella prima metà del secolo scorso, era brava (“fragile e delicata, incostante, nella vita come nella scrittura, ma bravissima” mi raccontava un amico), ma non immaginava lo fosse così tanto. “La ballata del caffè triste”, racconto lungo o romanzo breve che si voglia chiamare, è veramente il gioiello che dicono. Anche negli altri racconti compresi nella raccolta si vede la qualità, ma lì ha trovate veramente geniali.


Intanto, l’uso di un ritmo sincopato della narrazione tra accelerazioni e pause colorate e dolcissime; poi la tecnica dell’anticipazione, usata con grande senso della misura e del tempo, il dialogo diretto col lettore e il filo ben teso del collegamento tra i fatti che racconta e la riflessione che ne trae o che vuole stimolare. Il tutto è funzionale a rendere il miraggio dell’utopia e dell’amore (l'amore è un miraggio che appare e scompare anche negli altri racconti) che si forma, si colora e poi ingrigisce, si sgonfia e si secca, lasciando solo polvere. Altra cosa di pregio assoluto di questo racconto è la caratterizzazione forte dei tre personaggi principali. Hanno tutti a loro modo qualcosa di misterioso, per qualche aspetto inesplorabile del loro carattere e della loro storia: la donna alta, strabica e muscolosa, piena di volontà e di forza che si fa incomprensibilmente irretire ed annientare; il gobbo piangente e infido, inquietante nella sua inspiegata capacità di sedurre e tradire; il bambino terrorizzato che diventa il cattivo innamorato in cui l’amore vira in rancore e in lucido disegno di vendetta.
Carson McCullers

L’atmosfera mutevole, sincopata appunto, del racconto nasconde in realtà una tonalità omogenea di fondo, nascosta, di malinconia e di sconfitta ineluttabile che incombe. E' una grande cantrice della sconfitta e degli sconfitti la McCullers. Lo dice benisssimo Harold Bloom:
“Tutti i personaggi di Carson McCullers sono accomunati da una medesima ossessione: la loro esistenza, fino all’ultimo istante, consiste nell’innamorarsi di una speranza, destinata a svanire.“