lunedì 22 gennaio 2018

La figlia di Clara Uson



Storia di vita e morte di Ana Vladic, figlia del generale serbo, il  criminale di guerra responsabile di Srebrenica e non solo. Una ragazza morta suicida a poco più di vent’anni, alla vigilia della laurea in medicina, in piena guerra civile. Il racconto viene fatto nascere partendo dal  filmatino su Youtube linkato qui sotto, che viene descritto e commentato molto bene in apertura. Da lì parte la ricostruzione, fatta a più voci e  con una certa vivacità narrativa. Insomma, si fa  leggere.

In realtà è un romanzo che di pregi ne ha più d’uno.


Il primo è che è un romanzo storico in forma letteraria sul pezzo di storia dell’Europa recente più importante e più terribile. Per chi ne sa solo quel che ha trovato sui media, è  un’ottima occasione di saperne di più e meglio. Interessante soprattutto la ricostruzione dello spessore (si fa per dire) umano dei protagonisti e, a fronte, del credito che si sono conquistati e di cui ancora continuano in larga parte ancora a godere nel loro paese.

Il secondo è che è un romanzo non manicheo. Sta da una parte, senza sconti e anche senza rinunciare alla indignazione, ma  non rinuncia a vedere cosa c’era dall’altra parte, le radiuci storiche e politiche di quel che è successo.

Il terzo è che mette bene a fuoco che dall’altra parte c’era la malattia tutt’altro che solo serba e tutt’altro che debellata dell’identitarismo nelle sue componenti nazionalistica, etnica e religiosa.  In una fase in cui si risente parlare di sovranismo, si torna a riproporre la patria in versione mitica ed in funzione isolazionistica, è  una lettura salutare. Come il richiamo di un vaccino.
Il quarto è che evidenzia bene il ruolo centrale che il rivendicazionismo vittimistico gioca sempre nell’innesco e nell’alimentazione del  motore di questo tipo di macchina ideologica. Che accada per un piccolo paese come la Serbia, con una storia tutt’altro che speciale e spesso segnata da episodi indifendibili, significa solo che il nazionalismo può attaccarsi a qualsiasi pezzettuccio di terra abitato e a qualsiasi comunità.

L’ultimo pregio sta nella riflessione che stimola su quanto vivo possa essere il processo psicologico di mitizzazione del padre in certe figlie. E quanto drammatico possa poi diventare l’impatto con la realtà.
Filmato famiglia Vladic