domenica 24 ottobre 2010

Sulla rete e i suoi acci(inci)denti.

di  Artemisia


Il fatto: on feisbuc, un gruppetto di cazzeggiatori, la cui pagina ha il provocatorio e offensivo titolo "Opere d'Arte Idiote",  
è stato "segnalato" - cartellino rosso - e i contenuti, raccolti qua e là sul web, fortemente disturbanti e delinquenziali e eticamente scorretti sono stati interdetti, rimossi, resi inaccessibili. 
E la pagina cancellata.
(ma gli artisti idioti l'hanno riaperta, meus deus!! 
Santo e beato scandalo del perpetuo godimento!)


Nulla si crea e nulla si distrugge. Nella natura e nella cultura.
Le rivisitazioni, blasfeme, ironiche, semplificate, complicate, impernacchiate o risciacquate, sono anche esse atti inventivi.
Discutibili, certamente. Ma censurabili?
Soprattutto poi quando l'intento dichiarato della manipolazione è quello di un innocuo cazzeggio, la censura oltrepassa il ridicolo.

Ma in rete chiunque si sente in diritto di dire la qualunque.
Ahh, la rete. Ti segnalo, ergo sum. Esprimo e partecipo e commento, ergo sum.
Al plurale, poi, fa tanto coscienza collettiva.
Mobilitazione di massa.
Non c'è nulla di più facile, semplice ed economico, sia sotto il profilo monetario che etico.
Clicca su mi piace, clicca su firma, clicca su diventa fan, clicca su iscriviti.
Quanto pesa stare seduto e fare clic, mentre un'altra finestra è aperta su yuotube e un'altra sul bloghetiello dell'amico e un'altra sui risultati delle partite e un'altra sulla posta elettronica e un'altra e un'altra?
Il peso della coscienza è più leggero di una piuma.
Firma la petizione on line e sarai assolto.
Hai compiuto il tuo bravo dovere di cittadino partecipante.
Aderire o non aderire a gruppi, segnalare, feedbeccare.
Ma cosa dici, sragioni, non è la rete la più grande opportunità di democrazia? Qui Non Passa La Censura, l'informazione è libera, l'informazione è tanta, l'informazione è plurima, essere in rete è esserci, non ci sei anche tu, ipocrita?
Non è sulla possibilità di accesso alla rete che si gioca lo sviluppo anche di un intero paese?

Il web nella savana e nei deserti, tra i ghiacci della terra del fuoco, nelle foreste dell' Amazzonia.
Un pc vi salverà, donne afgane.
Sragiono e penso. Miliardi di informazioni non equivalgono, forse, a nessuna informazione?
Se. Non. Se non si hanno criteri.
Di ordinazione, di selezione, di priorità.
Tutto e la sua negazione. Come dire il grado zero.
Pluralità del cavolo.
Sembra persino legittimo che paladini dell'arte canonicamente consacrata, offesi e inorriditi, si prendano la briga di far cancellare l'onta al patrimonio artistico mondiale, punendo con il buco nero virtuale (l'esilio dalla visibilità) l'atto di lesa maestà insito nel conclamato vituperio del gruppo di pariantoni.

La smisurata quantità di informazioni e di pseduo-azioni, anche assolutamente inutili e pretestuose quali segnalare una pagina di cazzeggianti, non si configurano esse stesse come una sorta di strategia della disinformazione e della inazione?

Ma tant'è, siano salve coscienza conoscenza e virtù.