mercoledì 25 agosto 2010

Il colbacco : ascesa e caduta di un copricapo.

Sollecitata da più parti la VC avrebbe voluto ( oh quanto avrebbe voluto !) addentrarsi negli stuzzicanti (oh, quanto stuzzicanti) meandri di una ricerca sulla sessualità nordica. Sa, però, che ha una reputazione da difendere e una responsabilità nei confronti dei giovani e innocenti lettori.Ella sceglie dunque, con rigoroso senso del dovere, di indossare la sua abituale veste (tailleur pantalone blu con accessori rosa pallido ) di esperta di moda e costume e di concentrarsi su un argomento più neutro e asettico :non le sottili malie dell'erotismo nordico (ahimè) ma il colbacco di pelliccia con orecchie.

Non si può fare una rivoluzione portando guanti di seta (Stalin)
......ma forse il colbacco, si (M.me Suzette)



Chi ha vissuto la tramontata epoca del TG1, incombente con severa autorità sul desco familiare delle 20, ricorda sicuramente le corrispondenze da Mosca in occasione delle frequenti cerimonie giubilatorie in cui, sia gli inviati televisivi dai cognomi impronuncibili che le alte autorità sovietiche, usavano indossare grevi e severi colbacchi. Negli incontri al vertice dell'URSS i colbacchi di astrakan, con l'immancabile ma celato paraorecchie, si scontravano nel saluto cerimoniale al momento dello scambio dei virili baci sulla bocca, venivano esibiti come manifestazione tangibile di autorità, diventavano – quasi una proletaria corona regale - caratteristica imprescindibile del potere sovietico.



Il colbacco viveva allora la sua epoca d'oro e assumeva, con mal celato orgoglio e con la forza di un carattere temprato dai climi gelidi della steppa, la funzione di esprimere in maniera visibile una specifica appartenenza ideologica e politica.Non dimentico del suo dovere originario di proteggere dal freddo i cittadini della vasta Unione, dagli Urali alla punta estrema della Siberia, si gloriava anche del compito di rappresentare simbolicamente il rude coraggio dei soldati dell'Armata rossa o dei fieri cosacchi del Don. Non rinunciava, pero', al suo lato più romantico, prestandosi - senza sentirsi svilito ( anzi !) - ad essere indossato dal tutte le eroine della letteratura russa fino ad arrivare alla sublimazione nell'icona cinematografica della Julie Christie-Lara del dottor Zivago ( e con quale grazia ! ).
Pretendeva allora di incarnare, nella sua doppia natura marzial- sentimentale, l'essenza stessa dell' anima slava.




Anche nell'immaginario italico il colbacco manteneva la sua funzione simbolica e veniva esibito con manifesta fierezza dai più solerti estimatori delle glorie sovietiche. Negli inverni rigidi, pero', il sobrio copricapo trovava un suo più neutro spazio di utilizzazione, scevro da ogni ideologia, presso i più freddolosi, attenti solo a evitare raffreddori e malanni stagionali e a usare tutte le cautele necessarie per affrontare climi gelidi e avversi. Toto e Peppino alla ricerca della malefemmena si bardavano - per salire nella nordica Milano- di giganteschi colbacchi di pelliccia, adatti a difenderli dalle insidie della meterologia e forse anche da quelle di una troppo aperta libertà di costumi. Dopo decenni di intemerato servizio sempre svolto – è il caso di dirlo - a testa alta e con la dissoluzione dell'impero sovietico - grandi sommovimenti possono produrre a volte insospettabili effetti collaterali - anche l'onesto colbacco, come molti dei simboli dell'URSS, era costretto a entrare, volente o nolente, nel rutilante mondo del capitalismo. Vittima innocente di una nemesi storica veniva addirittura adottato dal fatuo ambiente della moda ed era costretto a inclinarsi vezzosamente, talvolta perfino ornato di paillettes, non solo sulla testa di fanciulle e donne mature ma anche di robusti e avvenenti giovanotti, diventando indispensabile complemento à la page di abbligliamenti invernali.





Compariva ,ormai rassegnato (si deve pur sopravvivere ) anche nelle patinate pagine dei giornali femminili o negli annunci pubblicitari di bevande alcoliche.


In questa versione sbarazzina e ammiccante (all' umiliazione non c'è limite ) poteva addirittura adattarsi a finire come richiamo sexy sulla testa di un seminudo gentiluomo a pubblicizzare un sito di incontri erotici via internet.


Un destino cosi' si compiva : sic transit....